La Teoria dei Sistemi fu formulata da Ludwig von Bertalanffy e si occupa di analizzare le proprietà e le caratteristiche delle relazioni che si creano all’interno di un gruppo.
I primi studi riguardavano il concetto matematico di funzione e quindi gli aspetti di interdipendenza che si venivano a creare fra variabili diverse.
Visto che le variabili non avrebbero avuto alcun collegamento fra loro se non inserite nel contesto della funzione, si è potuto dedurre che certi fenomeni si determinano in rapporto con altri elementi, solo se inseriti in un gruppo.
Il gruppo stesso crea la comunicazione con gli elementi che vi fanno parte.
Così si è giunti alla conclusione che un sistema non è una realtà esistente, ma piuttosto un’elaborazione teorica che consente di dare ragione ai fenomeni stessi, quali: auto-mantenimento e ricerca perenne dell’equilibrio, adattamento al cambiamento delle circostanze in base alla temporalità, auto-organizzazione gerarchica, comunicazione ed elaborazione dell’informazione.
Con la definizione di sistema – dal greco systéma, da syn-ìstemi stare insieme – si intende un’unità intera e unica composta da parti in relazione tra loro e tendenti all’equilibrio, tale che l’intero risulti diverso dalla semplice somma delle parti e qualsiasi cambiamento di una di queste parti influenzi la globalità del sistema stesso.
Gregory Bateson, famoso antropologo, sociologo e psicologo rivoluzionario britannico, applicò la Teoria dei Sistemi alle Scienze Sociali.
Egli si concentrò sullo studio della comunicazione intesa come creatrice della fitta rete di relazioni.
Ecco che la famiglia viene percepita come sistema: la coscienza umana è costituita dalle informazioni tramandate sia attraverso la comunicazione transgenerazionale, sia attraverso informazioni intergenerazionali, secondo un’organizzazione gerarchica all’interno dell’albero genealogico.
Le informazioni circolanti nel sistema familiare (o inconscio familiare), risentono di tutte le esperienze più o meno drammatiche vissute dai membri della famiglia d’origine.
Si può dedurre quindi che il problema di un singolo membro si riflette inconsciamente sull’intero sistema familiare.
Il sistema vive la morte o l’esclusione di uno dei familiari come un vuoto che colmerà, per la legge di autoregolazione dell’equilibrio, con qualcun’altro, proprio come ci indica il primo degli Ordini dell’Amore.
Tutti noi siamo soggetti ai sistemi di cui facciamo parte, dal sistema familiare a quello sociale e lavorativo.
Ma la grande rivelazione è stato comprendere come il successo delle relazioni all’interno di ogni sistema dipenda dal funzionamento armonico delle relazioni nel primissimo sistema in cui entriamo a far parte, ovvero la famiglia d’origine.
Ora è naturale comprendere perchè le Costellazioni Familiari permettono di migliorare ognuna di queste aree della nostra vita personale.
Vuoi farne esperienza anche tu?
La Teoria dei Campi Morfici o Morfogenetici venne elaborata da Rupert Sheldrake, biologo britannico che voleva dare risposta ad uno dei più grandi quesiti che gli scienziati si sono sempre posti: come fanno gli esseri viventi ad assumere le determinate forme fisiche proprie della loro specie?
Se in ogni cellula del corpo fisico di ciascun essere vivente sulla Terra è presente il DNA, che ha il particolare compito di contenere il codice genetico della specie a cui appartiene, e di conseguenza ne regola lo sviluppo, come può una cellula epatica differenziarsi da una cellula epiteliale?
Gli scienziati chiamano morfogenesi gli studi volti alla ricerca della forma che prende un determinato organismo, ma, poichè la risposta non è ricercabile nel solo DNA, la teoria di Sheldrake è di conseguenza più valida ed attendibile
Essa consiste nel considerare una determinata specie come un insieme, avvolto da un campo organizzativo che, come una mano invisibile, agisce attraverso lo spazio e il tempo e ne determina la creazione e l’evoluzione.
Infatti:
“Così come un campo cristallino organizza i modi secondo cui molecole e atomi si ordinano all’interno di un cristallo
[…] un campo sociale organizza e coordina il comportamento degli individui che lo compongono,
per esempio il modo in cui ciascun uccello vola all’interno dello stormo” Sheldrake R., 1999
Il modo più semplice per sperimentare la realtà dei Campi Morfici, è quello di osservare il comportamento dei componenti di una stessa società di organismi, dopo esser stati separati tra loro.
In questo modo non possono più comunicare tra loro attraverso canali sensoriali normali.
Se in tal caso si continua a verificare una forma di comunicazione, risulterà evidente l’esistenza di un legame fornito dal Campo Morfico.
Per esempio: nessuno è in grado di comprendere come le colonie di termiti, riescano a coordinarsi in modo tale da costruire dimore complicate con un’architettura interna di enorme complessità.
Anche nel caso in cui una colonia venga separata in due parti da una lastra d’acciaio, entrambi i lati continuano a cooperare perfettamente.
Nessuno sa come sia possibile per uno stormo di uccelli o un branco di pesci cambiare direzione simultaneamente, senza che nessun individuo rischi minimamente di scontrarsi con un altro.
I Campi Morfici di ogni sistema esercitano la loro influenza su sistemi successivi mediante un processo chiamato Risonanza Morfica.
La risonanza morfica esprime l’idea secondo cui ogni individuo facente parte di una specie, attinge alla memoria collettiva della specie stessa e si sintonizza con i suoi membri passati, contribuendo all’ulteriore sviluppo della specie stessa.
Le implicazioni di questa teoria sono di portata immensa.
In campo sociale, artistico, scientifico, Sheldrake ci offre nuove prospettive sugli istinti e sui comportamenti che originano le strutture sociali.
Tutto questo testimonia quindi come l’apprendimento e l’acquisizione di nuove capacità, possa avvenire non solo attraverso l’osservazione o l’azione diretta, ma anche attraverso l’acquisizione delle informazioni attraverso la coscienza collettiva.
Ciascuno di noi è collegato al Campo Morfico del pianeta, della specie umana, della popolazione territoriale, della propria identità nazionale fino ad arrivare al Campo Morfico della propria famiglia di origine.
Quest’ultimo si è creato nel corso dei secoli, in seguito agli eventi capitati ai nostri antenati e in base alle loro scelte di vita.
Attraverso la semplice idea di miglioramento che un singolo vuole attuare all’interno della propria famiglia, si attiva la connessione profonda tra inconscio personale, campo morfico e coscienza collettiva globale.
Questo fenomeno permetterà la scoperta di un processo da attuare per l’evoluzione della struttura comportamentale e dei geni ereditati, donando una matrice di cambiamento positivo all’intero sistema.
Le generazioni future potranno beneficiare di un sistema migliore e progredire sotto tutti i punti di vista.
Le Costellazioni Familiari rendono tutto questo possibile e verificabile con i nostri occhi.
Nel prossimo articolo descriverò le basi per mettere in scena la famiglia ed approfondiremo insieme la conoscenza delle Costellazioni Familiari come strumento di equilibrio e armonia.
Lisa Terreni, Operatrice Olistica specializzata in Costellazioni Familiari