fbpx

LA CRISI PSICHIATRICA COME NASCITA DI UN NUOVO ESSERE A CURA DEL DOTTOR CLAUDIO MADDALONI

 

 

 

 

  1. Crisi psichiche come nascita di un nuovo essere

Tale processo di cambiamento è stato paragonato al parto[1] in quanto si tratta della nascita di un nuovo essere, di una nuova coscienza di se, un rinascere da se stessi, un “mi ritrovai”.

Nel parto si possono distinguere infatti diverse fasi successive.

-Inizialmente accade la rottura delle acqua, ed il distacco dalla condizione cui eravamo fusi e confusi sino ad allora, una identità primaria. Il feto si stacca dalla sua dimora originaria, iniziando un percorso di separazione individuazione.

-Segue poi a questa fase delle periodiche contrazione, che corrispondono alla attivazione energetica necessaria per aprir la strada, e spingere avanti il processo;

-In questa fase si incontrano in misura maggiore o minore delle reazioni di resistenza e dolore nei tessuti che si devono adattare a questo passaggio e cambiamento.

– Infine ci sarà una quiete dopo la tempesta, ma il risultato è radicalmente diverso da ciò che c’era prima.

La nuova coscienza nata, il rinascere da se stessi, fa vedere le cose da un punto di vista completamente diverso, da uno stato di coscienza mutato.

In questo parto psichico possiamo rivedere analogicamente le fasi di sviluppo della nuova coscienza.

E come per il parto comprendiamo come non si tratti di una passeggiata, di come sia un processo misterioso, miracoloso, molto intenso, potenzialmente mortale, e quindi comprendiamo come non sia agevole accettare questa nascita, che corrisponde peraltro anche ad uno scomparire come condizione precedente.

Così può accadere di spaventarsi se siamo molto identificati, potrà accadere di provare paura e terrore del vuoto, della non identità.

Si possono sviluppare condizioni psichiatriche anche serie, si diventa pazienti, vaso di questo processo che ci lacera e trasforma, e che lo fa con un tono drammatico a volte estremo, in base a numerosi fattori tra i quali principale è la la condizione di preparazione del terreno in cui il processo avviene.

  1. Psicodinamica delle crisi e del loro decorso

Ciò che caratterizza queste trasformazioni della coscienza, vissute come crisi, (l’evoluzione avviene per crisi), sono una serie di sintomi di cui ora parleremo più dettagliatamente.

Categorizzeremo per semplificare i sintomi che caratterizzano la crisi e la sua evoluzione in tre grandi gruppi:

  • 1 – Crisi di identità

Un primo ordine di disturbi riguarda il processo fondamentale, lo spostamento della coscienza dal me al Sé, che si manifesta come una crisi della identità precedente, di come ci si è rappresentati sino a quel momento. La crisi di identità porta con sé specifici sintomi, quali la depersonalizzazione, la de realizzazione, la demotivazione, il disorientamento, il senso di vuoto, di essersi persi, non ritrovarsi più come identità.… etc

La scomparsa del mondo conosciuto, delle certezze sul mondo e su di sé , il “casca il mondo, casca la terra”, caratterizza questa fase.

La condizione di crisi di cui stiamo parlando corrisponde al crollo delle nostre certezze, dei significati, della nostra forza motrice; ci lascia senza direzione e senza forse, come se fosse crollato il mondo addosso, come non vi fosse più senso, motivazione, meta, connessione.

Non c’è più nulla, si vive la perdita di sé come era conosciuto prima; è un vissuto di deprivazione, di crollo, di catastrofe e post catastrofe, di deserto.

Tale stato permane solitamente anche dopo che la fase energetica più acuta, e le reazioni alla crisi, di cui tra breve diremo, si sono esaurite o sono sullo sfondo di uno stato residuo, cronicizzato, come una notte oscura dell’anima.

Sono solitamente presenti quindi demoralizzazione, disperazione, ritiro sociale, anedonia, anaffettività, uno stato larvale, residuale, in psichiatria detto residuale, spesso osservabili in clinica psichiatrica soprattutto nei casi cronicizzati.

Un detto in psichiatria recita:

una volta psicotico, sempre psicotico

Ci si riferisce alla irreversibilità del processo, che può solo evolvere in seguito se va bene in una riabilitazione dell’esistente, e nello sviluppo di una realtà completamente nuova ed altra, spesso incomprensibile a chi non la ha mai attraversata.

Questo crollo della vecchia identità è necessario al sorgere di un nuovo stato di coscienza; nelle fasi iniziali tuttavia tali sono lo sconcerto personale e le manifestazioni acute energetiche che si presentano che solitamente si da molto piu peso a quello che si sta perdendo che a quello che si star presentando, sebbene siano un processo unico ed articolato ed intelligente.

  • 2 – Il deserto

Passata la fase più acuta, ciò che rimane, rassegnati alla ineluttabilità ed irreversibilità del processo il più delle volte incomprensibile al paziente e spesso anche a chi assiste il paziente stesso, è uno stato di vuoto, fuori e dentro, spesso descritto come un deserto. In questo deserto è la vera prova, è proprio questa aridità che deve precedere la possibile successiva fioritura del deserto, che rende questa fase così feconda nel penetrare in profondità nella coscienza in trasformazione.

Credo sia questo il motivo per cui molti moduli narrativi prendono come scenario il deserto, dalle tentazioni di Cristo, alla piaggia deserta di Dante, al deserto di Bip bip e Willy coyote.

In questa fase non c’è più orientamento, è come si fosse senza guida, ciechi. Ed è proprio in questa fase che si inizia a vedere con altri occhi, da dentro. Proprio perché l’essenziale non è visibile agli occhi si deve attraversare questa fase di cecità, questa terra di nessuno.

Solo in assenza di tutto infatti si potrà forse riscoprire ciò che era sempre stato presente, la più importante condizione del reale e di noi come persone, la consapevolezza che fa da sfondo alla vita, e ritrovare che questa consapevolezza è ciò che davvero siamo, condizione e base di ogni esperienza, stato originale dell’essere. Con la perdita di percezione di qualsiasi genere, diciamo, in assenza anche di noi , che siamo svaniti, persi, ecco che la attenzione spontanea è molto più prossima a ritornare sull’osservatore originario, sul Sé.

Questo è ciò a cui ci si riferisce quando si parla di risveglio, del “mi ritrovai” della Divina Commedia della vita.

In psichiatria questo primo tipo di alterazione si manifesta in ogni disturbo di coscienza, è “il” fattore di disturbo della quiete precedente. Questo è la base del disturbo degli equilibri costituiti, dello sviluppo personale di cui in generale si occupa la psicologia non transpersonale.

In realtà non guardando solo alla perdita di equilibrio ma come potenziale contenuto nella crisi, potremmo vedervi invece crisi esistenziali, fasi di ristrutturazione e cambiamento, potremmo vedere questa fase come emergenza spirituale, ossia come l’emergere di una coscienza più evoluta, risvegliata di quella precedente.

  • 3 – Fenomeni energetici

Contemporaneamente o poco dopo si manifestano quasi sempre un secondo ordine di sintomi, sintomi più connessi ad un cambiamento energetico nel sistema, un risveglio di una energia spesso molto intensa e trasformante, purificatrice, in oriente chiamata Kundalini.

Molto in breve, l’energia cosmica responsabile della creazione intelligente e progressiva del corpo del feto, esaurita la sua funzione rimane come potenziale residuo di mantenimento delle funzioni vitali, diverse e numerose, al centro del nostro essere psico corporeo; esso simbolicamente viene rappresentato col simbolo della madre, della vita sacra, che mantiene in vita il corpo (vedi simbolismo della dea in tutte le culture). Un altro simbolo di questa forza attiva nel corpo è il serpente, che muta pelle e si trasforma ciclicamente, una colonna vertebrale esso stesso, arrotolato alla base della colonna vertebrale astrale dell’uomo (osso sacro appunto). Al momento dalla morte questa energia cosmica si libera dal corpo, ascende l lungo la colonna astrale (energetica) fuoriuscendo dalla sommità del capo (fontanella), ritornando a casa. Così facendo attraversa dei plessi energetici lungo la colonna, detti chakra o ruote, che svolgono la funzione di tradurre e trasmettere l’energia vitale di base in modalità differenziate, centro che possono essere più o meno evoluti o resistenti a questo processo di liberazione dell’energia vitale.

La ascesa del serpente, della forza Kundalini, la potenza evolutiva dell’uomo e dell’umanità, viene descritta come il risvegliarsi di un sacro fuoco interiore (simbolismo del drago, serpente che si eleva e che ha il fuoco dentro).[2]

Se tale morte accade in vita, come dicevamo a proposito della attivazione delle crisi psicologiche, del morire da vivi, la liberazione di questa energia porta ad una vita nuova, un novo stato di coscienza in vita.[3]

Il risveglio di questa forza latente nell’uomo, la sua attivazione ed infine ascesa diretta nel corpo si manifesta con segni e sintomi caratteristici da sempre descritti come associati al precedente accadimento di crisi, di opportunità e pericolo, attivati dalla identità in corso di trasformazione, dal dis investimento e reinvestimento energetico libidico concomitante tale crisi di identità.

Tale attivazione energetica può manifestarsi come disturbi rilevabili maggiormente sul piano psicofisiologico (vedi il libro di Sannella sulla fisio Kundalini), oppure più sul versante psichico – coscienziale.

La serie più psico fisiologica comprende sintomi di energia calore (caldo ma anche alternato a freddo) in tutto il corpo , quali dolori diffusi nel corpo (forse una delle componenti della nuova sindrome fibromialgica che rileva anche di alterazioni fisiche tuttavia), nella schiena, sotto forma di blocchi (colpi della strega) che spesso ma non sempre sono associati a reperti somatici ortopedici (ma che hanno una vita anche propria); o un senso di scorrimento, di caldo e freddo, di tremore interno, o ancora movimenti alterati nel corpo come tics o mudra o altro ancora.

I sintomi energetici a livello del corpo sottile, percepiti nel corpo fisico, possono spesso manifestarsi anche in regioni specifiche, solitamente associato alla sede dei chakra(soprattutto 4°, 5°, 6°, a volte anche 2° e 1°), e sono connessi allo iper afflusso energetico in queste regioni del corpo sottile, nei chakra e nei canali che li collegano.

Ad esempio

a livello del 4, tachicardia,

del quinto : senso di soffocamento,

del sesto: offuscamento della vista, sbandamenti e capogiri, vertigini, acufeni scambiati per disturbi ORL, cefalee, etc

La serie più psichica coscienziale comprende fenomeni di tipo emotivo, gioia o dolore intenso, paura intensa, o di tipo più mentale, quali confusione, fuga del pensiero, pensieri insoliti o dal contenuto abnorme, come i pensieri di morte che ci potrebbe raggiungere in molteplici modi, o ancora percettivi, quali luci e suoni o voci interiori, ipersensibilità percettiva etc.

Come per le contrazioni del parto questi sintomi sono caratterizzatati da fasi periodiche, (spesso connesse alle variazioni stagionali), di acuzie ed intensità soggettiva, da fasi energetiche di alta tensione o eccitamento alternate a fasi di minor apporto energetico.

Su questa base si possono leggere i disturbi bipolari come manifestazione di variazioni nel sistema energetico affettivo. Anche gli attacchi di panico possono essere classificati come un inizio di apertura energetica del sistema, fenomeni spesso molto intensi e che molto spesso accadono in persone impreparate a comprenderli ed accoglierli. [4]

  • 4 – Reazioni egoiche

Un terzo ordine di sintomi riguardano le reazioni egoiche alle prime due serie di sintomi.

Se infatti il processo di trasformazione può essere descritto come un processo di morte rinascita, il suo sviluppo soffre di diversi ostacoli legati alla preparazione del mezzo in cui questo accade, diverso per ciascun individuo.

Il problema sta quindi qui nel “mezzo del cammin di nostra vita”, inteso come complesso corpo mente, dal livello evolutivo dell’ego, e dalla purificazione di esso a tutti i livelli.

Così potremmo avere questo processo di risveglio in persone che già hanno un livello di coscienza evoluto, capace di più o di meno di lasciare andare ed espandersi come coscienza individuale. Di questo potrebbe essere opportuno parlare più a fondo tempo permettendo. [5]

E’ proprio questa terza serie di sintomi che solitamente spinge chi subisce queste crisi a consultare psicologi e psichiatri: il soffrire, e il non volere soffrire. E’ l’ego che soffre, ed è anche ciò che fa soffrire.

Se la perdita di identità si svolge in maniera parziale, se rimane un po della vecchia identità nel corso del processo, e questa è quasi la regola, assisteremo alla organizzazione difensiva della parte residua di identità che protesta ed agisce contro il processo trasformativo.

Claudio Maddaloni

Claudio Maddaloni

Laureato in Medicina e Chirurgia a Pisa e specializzato in Psichiatria alla Cattolica di Roma, Claudio Maddaloni ha completato il training di formazione come analista junghiano presso il Centro Italiano di Psicologia Analitica di Roma. Svolge attività ambulatoriale privata come psichiatra e analista junghiano e dal 1984 si interessa di astrologia. Nella sua attività professionale integra la pratica clinica sui disturbi mentali con la struttura del corpo astrale e dello sviluppo delle sue energie, nell'ottica di dare al paziente strumenti maggiori e renderlo attivamente responsabile nelle proprie scelte. Ha pubblicato interessanti libri sulla realizzazoine del potenziale umano, fra cui il recente "Mi ritrovai - La Divina Commedia come Mappa del Risveglio e del Cammino" Edizioni Alpes italia

Altri articoli che potrebbero interessarti

Ti interessa questo corso?

Compila ii campi sottostanti, per saperne di più.

Corso: LA CRISI PSICHIATRICA COME NASCITA DI UN NUOVO ESSERE A CURA DEL DOTTOR CLAUDIO MADDALONI