KUNDALINI ASCENDENTE PARTE SECONDA
Sbattuta per terra
Non dimenticherò il modo
In cui mi ha bloccato per terra quel giorno
Ancor prima che io capissi che era iniziata la rissa
C’eravamo dentro fitti fitti
Quando ho sentito un colpo di freccia
E si, l’impulso fu di scappare
Ma oramai era troppo tardi
Non potevo evitare il mio destino :
Morire per amore
Quel giorno una porta si chiuse di colpo
E un qualche collegamento si recise
Forse una biografia di sofferenza …
Io caddi nelle braccia della Grazia
Mentre lei mi proiettava attraverso lo spazio
Lasciandomi stordita, a chiedermi
Come fosse possibile, che la vita come la conoscevo prima, potesse semplicemente finire
Ancora non so cosa sia successo , ma lo raccomando vivamente :
Di morire per amore
E’ quello che avevi sempre cercato,
quel desiderio, quello al quale si riferivano tutti gli altri
E’ ciò per cui correvi da sempre
Perché fa calare il sipario
Su quello che credevi di essere.
E non è per i deboli di cuore
Può fare a pezzi il tuo mondo
O rimetterlo in piedi di nuovo.
Può lasciare il tuo cuore esposto
A qualsiasi vento che soffi
Ma tu non sei più separata dal vento.
E poteva essere una morte dolorosa e lenta…
Specie se resisti – ma che razza di maniera per andarsene … :
Morire per amore.
NOTE
Traduzione dal testo originale:
I will not forget the way / she pinned me to the ground that day/ before I even knew the wrestling had begun. // We were in the thick of it/ when I felt an arrow hit / And yes, the impulse came to run,// but by then it was too late; / I could not escape my fate – / death by love.
-On that day a door slammed shut./ And some kind of cord got cut – / or a story line of suffering.// I fell into the arms of grace / As she kicked my mind through space – / left it dazed and wondering// how life as I had known it could just end./ I still don’t know what happened,/ but I highly recommend // death by love.
-It’s what you’ve been longing for – / the one desire to which the rest refer.// It’s what you’ve been running from / for it brings the curtain down / on who you thought you were.//
And it isn’t for the faint of heart. / It can tear your world apart / or put it right side up again.// It can leave your heart exposed / to every kind of wind that blows. / But you’re not separate from the wind. // Oh and it could be a painful death and slow… / especially if you resist – but what a way to go… // Death by love.
KUNDALINI ASCENDENTE PARTE TERZA
Sembrava un pomeriggio come tanti altri.
E invece fu l’inizio del tutto. O almeno di una prima parte del tutto.
Stavo studiando, come sempre, e non mi riusciva di stare fermo, quando ripetevo, camminavo per la stanza.
All’improvviso, sentii un calore nel fondo schiena, che saliva veloce, ed avvertii un colpo secco, forte, improvviso, che dal basso del mio corpo mi trapassò il petto, fino a raggiungere la mia testa.
Non so come, ma subito caddi e mi ritrovai a terra, sul pavimento della mia camera da studio.
Tuttavia rimasi cosciente.
Poi, senza sapere come, raggiunsi a carponi il letto che era in camera. Mi sdraiai sulla coperta e rimasi minuti interi a tremare dal freddo, dalla paura e dal dolore, con una mano sul torace, all’altezza del cuore, che intanto mi sbatteva forte, quasi come se avesse voluto esplodere da un momento all’altro.
Rimasi lì, fisso con lo sguardo rivolto al soffitto, e mi dicevo di non aver paura, che tutto sarebbe passato presto; dura invece tuttora, e sono passati 15 anni.
Non so cosa sentissi, non ricordo, non sentivo.
Poi all’improvviso “vidi” una luce bianca, che mi abbagliò la vista e ulteriormente i sensi.
In quello stato ebbi una immagine vivida, e mi vidi alla guida di un auto, con le mani sul volante, mi vidi stare alla guida dell’auto di mio padre. Io che non avevo mai preso la patente e che mai avevo guidato una automobile in vita mia.
Ho cercato subito aiuto nei dottori, in psicologi e psichiatri, ma senza risultati.
O per lo meno senza che nessuno/a mi aiutasse a capire quello che mi stava succedendo, e cioè che avevo ricevuto un’opportunità di ‘rinascita’ , non solo una frattura interiore, venuta per farmi morire e perdere completamente il senno.
Tutto dentro di me, di quello che ero prima, era ormai crollato.
Le mie credenze, le mie convinzioni, i miei interessi smorzati, affievoliti o andati perduti per sempre.
Non sapevo più chi fossi, e quella fu l’occasione per comprendere che in verità non l’avevo mai saputo. Ma questo, prima, lo ignoravo.
Non riuscivo a dormire. Ero spaventato, confuso, arrabbiato. Avevo delle scariche elettriche che mi tormentavano, l’energia batteva da dentro, mi faceva soffrire, con un dolore fisico ed interiore insieme.
Ho cercato febbrilmente, disperatamente, con un’attività e un ‘fare’ psicologico e materiale, ma al tempo stesso inutile e frustrante, di ‘rimettere’ insieme i pezzi che questo colpo di energia improvviso dentro di me aveva fatto cadere, o meglio frantumato.
Ma, come dicevo, tutto risultava vano.
Il dolore, le eccitazioni, i pensieri ossessivi, e la stanchezza finale che ne conseguiva, rimanevano sempre li, alla fine di ogni giornata.
La mia vita cambiò del tutto. Interruppi gli studi, a pochi esami dalla laurea; presi la patente, mesi dopo, superando i test teorici e la guida pratica in circa un mese e mezzo.
Avevo 27 anni.
Poi la vita mi ha portato via da li, ho cambiato città, varie volte.
Ho iniziato a lavorare, a fatica, e quell’energia e l’enorme confusione che avevo in testa non diminuivano, né tantomeno scomparivano.
C’è voluto del tempo, molto tempo, e l’aiuto di psichiatri validi e competenti, di lunghe ore di psicoterapie, di farmaci, e l’aiuto di vari maestri spirituali, e anche di gente che come me stava vivendo un’analoga esperienza energetica ‘distruttiva’, per ricominciare, per riemergere.
Ho scoperto, poi, che quelle “scariche elettriche” erano arrivate o attivate spontaneamente non per distruggermi fisicamente, bensì per trasformarmi emotivamente e modificare la mia coscienza.
Ho così iniziato a capire che non dovevo ‘mettere’ o ‘aggiungere’ nulla, ma piuttosto dovevo ‘togliere’, o meglio ‘lasciare andare’, accompagnare questo processo di destrutturazione della mia psiche, e lasciare che la mia ‘nuova’ coscienza uscisse fuori e venisse alla luce.
Come in un parto: partorire me stesso da me stesso.
Per darmi la possibilità di vedere chi sono veramente, l’Uomo che si celava dentro di me, e che per 27 anni avevo tenuto nascosto, prigioniero, al riparo dagli schiaffi della vita.
A distanza di tempo, adesso vedo che la vita mi ha profondamente cambiato, e che continua incessantemente a farlo, con o senza il mio permesso o volere, mi sento più calmo, più sereno, più fiducioso, più sicuro, più completo.
Adesso so’ che tutto era previsto, che una mano amica ‘invisibile’ è venuta in mio soccorso, per salvarmi.
Sarà stato Dio, l’Universo, la vita stessa, ma finalmente sto iniziando a vivere sul serio e realmente, a sorridere, ad essere grato per tutto quello che ho, e che giorno dopo giorno scopro, verifico, apprendo, sento.
Ora lo so.
Sono sempre stato amato anche quando non me ne accorgevo.