Quando mi sono approcciata allo studio delle Costellazioni Familiari non avevo idea di ciò che si celasse dietro a questo meraviglioso strumento.
Man mano che prendevo confidenza iniziavo a comprendere che quelle teorie, apparentemente strane da concepire, avevano delle fondamenta palpabili e concrete nell’applicazione.
E’ allora che mi sono chiesta in che modo avrei potuto descrivere quanto fosse straordinariamente rivoluzionario questo metodo.
La ricerca delle parole giuste e semplici per rispondere a questa necessità, si è concretizzata in un’idea:
“perché non provare ad usare lo stesso metodo che è stato utile a me, ovvero comprenderne le basi e le origini?”
Ecco perché voglio raccogliere alcuni fondamentali delle costellazioni familiari.
LA TEORIA DEI SISTEMI
Essa riguarda il modo in cui viene vista e considerata ogni singola persona.
Nella visione sistemica dell’individuo egli non è più un organismo a sé stante isolato in una realtà psico-fisica, bensì la complessa somma di tante dinamiche quanti sono i sistemi in cui egli è inserito.
Noi tutti siamo parte di tanti sistemi, a mano a mano più ampi e complessi.
La riuscita delle relazioni all’interno di ogni sistema è determinata dal contesto familiare in cui siamo cresciuti.
LA TEORIA DEL CAMPO MORFOGENETICO
La presenza del Campo Morfogenetico spiega come sia possibile risalire al momento in cui si è verificata una rottura, una ferita, un dramma, che ha causato delle conseguenze significative in tutto il sistema familiare.
Per rendere possibile tutto questo ci serviamo dell’atteggiamento fenomenologico.
Arriviamo così all’ultima teoria basilare per la comprensione dello strumento delle Costellazioni Familiari.
LA TEORIA FENOMENOLOGICA
Teoria filosofica introdotta nel 1907 da Edmund Husserl, il cui principio viene attualizzato durante la Costellazione Familiare, volendo manifestare un fenomeno, ossia il problema fondamentale da sciogliere.
Questa teoria si avvale di:
Sospensione del giudizio
Non diamo niente per scontato, anzi, cerchiamo di avvolgere ogni cosa nel possibile dubbio.
Sapendo che la percezione sensoriale è oggettiva, riconosciamo che ciò che percepiamo con i sensi è quello che appare, non necessariamente quello che è.
L’approccio fenomenologico verso la terapia d’aiuto è volto a considerare ogni persona nella sua integrità e diversità, con sospensione di giudizio e senza preconcetti teorici.
Entriamo così in uno stato di profonda empatia e grazie ad essa possiamo aprirci all’accoglienza totale dell’altro.
Solo esponendosi al dubbio, e guardando ogni persona come una realtà nuova e mai identificabile con altre, si può cercare la soluzione più consona.
MA CHI E’ STATO CAPACE E COME HA POTUTO RACCHIUDERE TUTTO ALL’INTERNO DI UNO STRUMENTO UNICO, COME LA COSTELLAZIONE FAMILIARE?
Grazie a Bert Hellinger, che ne è il rivelatore.
Egli dichiarò che molto spesso…
…la vita delle persone sia condizionata da sentimenti, schemi mentali e destini che in realtà fanno parte di altri componenti della famiglia
esclusi o venuti a mancare in giovane età, lasciando un vuoto nel sistema familiare da colmare con altre vite.
A creare disturbi sono anche le confusioni fra i ruoli e fra le gerarchie familiari:
ad esempio la funzione di un padre assente svolta impropriamente da un figlio maschio che, facendo un salto generazionale, diventa marito-figlio della madre;
oppure un figlio che vuole addirittura insegnare ai propri genitori come essere genitori, facendo un doppio salto ed andando a ricoprire il ruolo dei nonni.
Questi destini, o blocchi energetici, possono essere portati alla luce attraverso la rappresentazione familiare che avviene durante le costellazioni familiari.
Lisa Terreni, Operatrice Olistica specializzata in Costellazioni Familiari